Dal diritto all'aborto a… dare un nome, un volto e una “sepoltura” a quel bambino non nato.

Una testimonianza

Sono una volontaria di Uniti per la Vita della sede di Treviso e l'Associazione, accanto al servizio di sostegno della donna nel tempo della gravidanza, della nascita e della maternità propone anche un accompagnamento a tutte quelle donne che hanno scelto e vissuto l’interruzione volontaria della gravidanza e che portano in sé, anche dopo anni, questa “ferita”,  segnata dal dolore e dal senso di colpa…

Siamo un’équipe di volontarie, preparate e formate: ascoltiamo e accogliamo la donna e la affianchiamo nell’elaborare il lutto della perdita del figlio, con tutto il carico di dolore e di tristezza dell’averla scelta e voluta. Questo percorso di accompagnamento ha lo scopo di dare un nome, un volto e una “sepoltura” a quel bambino non nato; cerca di aiutare la donna a congedarsi da quel figlio, ad affidarlo nelle braccia del Padre, a sentire su di sé il perdono. Ogni donna che ho avvicinato ha portato con sé la propria storia di sofferenza, magari soffocata per tanti anni... è una sofferenza che va oltre il “credo” religioso, l’età, la cultura.

Mi sono resa conto che la scelta dell’aborto non lascia mai indifferenti: per quanto la nostra cultura possa proporla come possibile “rimedio” alla fatica di portare a termine una gravidanza “imprevista”, con tutte le incognite e gli imprevisti che essa comporta!

Da parte mia, sento che l’accostarmi a ogni donna che chiede di essere accompagnata in questo percorso di “guarigione” è per me sempre un dono, da un lato e un “mistero”, dall’altro. Un dono perché il Signore mi pone di fronte all’esperienza della fragilità, della morte e della misericordia, proprio attraverso queste donne; un mistero perché sento di dovermi accostare con la massima delicatezza e umiltà alla persona che ho di fronte, con la sua dignità, la sua storia, la sua vita, che mi consegna la sua sofferenza, il suo dolore, la sua paura, talvolta la sua rabbia e il suo senso di colpa. Una donna che si mette a nudo, desiderando di fare verità in sé stessa.

Ho potuto davvero conoscere donne che hanno fatto esperienza su di sé, attraverso questo percorso di accompagnamento e guarigione, di essersi sentite accolte, non giudicate, volute bene e, attraverso le volontarie, l’aver sperimentato la tenerezza della misericordia del Padre.

Lucia

Immagine: The Child Who Was Never Born, by Martin Hudáčeka, Sculpture, 2010

The Child Who Was Never Born, by Martin Hudáčeka

 


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