(da Vita del Popolo del 4 ottobre 2018)
La casa
Una villa di inizio ‘900 in via Pinelli a Treviso e donata dal suo proprietario, l’avvocato Calzavara, alla diocesi di Treviso con il vincolo di utilizzarla a favore dell’infanzia, è diventata, da sabato 29 settembre, la “Casa della Vita”. E, come ha detto la presidente dell’associazione Uniti per la Vita, Cristina Guarnieri, a tutti i convenuti per l’inaugurazione ufficiale, “grazie all’impegno di tutti questa casa è diventata luogo di relazioni solidali e generative dove ognuno, con le proprie capacità, competenze, possibilità si pone al servizio della vita in un’azione culturale, educativa e di aiuto concreto alle donne e alle famiglie in difficoltà per una gravidanza”. Presenti all’inaugurazione anche il sindaco di Treviso Mario Conte e il direttore generale dell’Ulss 2 Francesco Benazzi.
L’impegno della Diocesi
Un impegno economico non da poco, seguito passo passo in questi anni da don Adriano Fardin, economo diocesano, ma, come ha sottolineato mons. Adriano Cevolotto, vicario generale, durante la benedizione: “Dopo un’onerosa ristrutturazione, la casa venne immediatamente data all’allora Centro per la Vita che, con i suoi volontari, accompagna le donne in gravidanza che si trovano in difficoltà e le segue anche nel tempo successivo. Con l’aggiunta di un centro integrato per l’infanzia, che verrà gestito dalla cooperativa Castelmonte, qui si cerca di offrire un aiuto concreto alla famiglia e la Chiesa così, andando anche contro una mentalità diffusa, continua a proclamare il primato e il rispetto per la vita soprattutto quando essa è più debole, indifesa e perciò vulnerabile. Oggi vorremmo che questo fosse un segno di fiducia e speranza per la città, una scommessa sulla forza della vita. E i tanti volontari che gravitano qui e negli altri centri della Diocesi e d’Italia, sono la testimonianza più bella e silenziosa dell’amore per chi rischia di trovarsi ai margini della logica dell’efficienza o della cultura dell’idolatria dell’ego”. E per venire incontro alle famiglie in difficoltà, la diocesi continuerà a sostenere economicamente chi non è in grado di provvedere ad alcuni dei servizi offerti.
Arriva anche un Centro per l’infanzia
La cooperativa Castelmonte, come sottolinea la vicepresidente, Caterina Bustaffa, grazie a “un apprendere e ad un fare assieme all’Upv ha aperto al primo piano un babysitting per bimbi dai 12 ai 36 mesi, con orari flessibili”. Non è un nido, ci tiene a dire la vicepresidente, ma un’offerta flessibile e da quest’anno i servizi offerti aumenteranno, anche con un sostegno, per alcune fasce d’età, ai compiti e allo studio personalizzati per bambini che hanno difficoltà, con una consulenza pedagogico-educativa e con proposte formative per genitori, insegnanti, educatori e animatori. Una novità, tra breve, nella logica dell’aiuto alle donne, è la partenza di percorsi formativi per le donne che tentano di rientrare nel mondo del lavoro. Si realizza, quindi, un piccolo sogno che con l’aiuto di molti volontari, e non, “fa sì che questo angolo di Treviso, per alcuni aspetti anonimo”, come sottolinea mons. Cevolotto, “divenga un segno forte della forza della vita e dell’amore”. (Annalisa Milani)